Riconquistare i giovani
Ricevo per posta, ogni
lunedì, L’Avvenire (l’edizione di domenica). Mi balza all’occhio subito un
titolo che, parlando della futura GMG, dice: “Dobbiamo riconquistare i
giovani”. Penso scherzando tra me e me: "I vecchi possiamo anche perderli!". Un
amico prete, che ha avuto grandi responsabilità parrocchiali, ora, raggiunta
una certa età (come se esistesse “una certa età” quando ritirarsi!), è
ritornato nel suo paese natale, dove ha una casa, e vive in modo nuovo il suo
sacerdozio. Il Vescovo gli ha chiesto di occuparsi dei preti anziani. Lui
organizza incontri conviviali e spirituali. Sono andato a parlare del mio libro
“Ho avuto paura” a cinque o sei suoi confratelli, in un corridoio del
Seminario, dove passano le loro ultime giornate sfogliando breviari consunti. Intorno
a noi c’erano quelli “giovani” che si animavano e si sbracciavano come dannati
(direbbe Bennato in una canzone) per organizzare il Grest: centinaia di
animatori giovanissimi che si occupano, per alcune settimane, di centinaia e centinaia di ragazzi all’ombra dei campanili diocesani. Un modo nuovo e a buon
mercato per arrivare al momento delle vacanze familiari. L’altro giorno, andando
in paese, davanti alla chiesa, ho visto alcuni (pochi) di questi animatori,
riconoscibili dalle magliette che riportano lo slogan del Grest annuale, arrabattarsi
per far giocare dei bambini sul campetto adiacente. Altri, diversi a dire il
vero, con magliette dello staff, seduti sulle panchine a giocare con il
telefonino annoiati, a rincorressi urlando o a cercare di fare colpo sulla
bella di turno.
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